sabato 6 novembre 2010

Non posso pensare di perdere ancora una piccola parte di me...

L'arte di perdere non è difficile da imparare;
così tante cose sembrano pervase dall'intenzione di
essere smarrite, che la loro perdita non è un disastro.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
delle chiavi perdute, dell'ora sprecata.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.

Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui
volevi viaggiare. Nessuna di queste cose causerà disastri.

Ho perduto l'orologio di mia madre. E guarda! L'ultima,
o la penultima, delle mie tre amate case è andata.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.

Ho perso due città, proprio graziose. E, ancor di più,
ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.

Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto
che ho amato). Questa è la prova. E' evidente,
l'arte di perdere non è troppo difficile da imparare,
benché possa sembrare un vero (scrivilo!) disastro.


Così diceva Elizabeth Bishop... ma tu prova a togliere ad un edificio le colonne portanti, e lui cadrà ai tuoi piedi... è l'unica cosa della quale ho paura adesso, di cadere, ma senza più riuscirmi ad alzare.

Troppe volte i punti di riferimento della mia vita sono andati via, e il pensiero che ancora possa accadere.... è come vedere l'arcobaleno perdere definitivamente i suoi colori: perdere il suo reale significato e la sua bellezza...

...ma a chi lo dico, adesso? Lo tengo per me, che, in fondo, sono l'unica che può capire realmente il significato di queste parole, che tacciono...

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