venerdì 29 marzo 2013

La vita di un uomo

"La vita - ma quale vita? una apparenza strana di memorie distrutte - doveva averlo malmenato, contrariato, o forse anche turbato profondamente. Ci si leggeva o indovinava una ferita profonda che un gesto malaccorto della mano o lo sguardo troppo insistente di un occhio scrutatore o malintenzionato potevano riaprire. Evitava di esporsi alla luce diretta e si copriva gli occhi con l'avambraccio. La luce del giorno, quella di una lampada o della luna piena, gli faceva male: lo denudava, gli penetrava sotto la pelle e ne sorprendeva la vergogna o le lacrime segrete. Se la sentiva passare sul corpo come una fiamma che manteneva la distanza necessaria tra lui e gli altri. Che cosa sarebbe successo se quello strato, che lo separava e lo proteggeva dagli altri, si fosse man mano annullato? Sarebbe stato proiettato nudo e senza difese tra le mani di coloro che non avevano mai smesso di perseguitarlo con la loro curiosità, diffidenza, e persino con rancore tenace."

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