Tu ci credi alle vite parallele, quelle che s’incontrano per caso, come delfini che hanno perso il mare
ma non la voglia di nuotare?
Tu ci credi che sotto la barba porto i segni dei sorrisi, che ai lati della bocca le parole sono diventate
rughe d’espressione semantica?
Tu ci credi alla logica degli sguardi che s’incrociano per strada sotto la pioggia, che hanno la fortuna
di non avere ombrelli a coprirne la prospettiva?
Tu ci credi che sotto ai piedi, ci sono i passi rumorosi che di notte ci chiedono dove stiamo andando
contromano, contro sonno, contro i sassi meteoriti di ciò che abbiamo detto e non volevamo nemmeno pensare?
Tu ci credi che le farfalle vivono soltanto un giorno perché inseguire la felicità è un peso troppo grande da portare, un viaggio troppo lungo da volare?
Tu ci credi che le molecole di cui siamo fatti si agitano fino ad impazzire quando ci batte forte il cuore, fin sopra nella gola, dentro un ti amo annegato in pochi centimetri di ossigeno?
Tu ci credi alle rette che si sfiorano quando nessuno più le può vedere, perchè toccarsi è di una bellezza troppo intima?
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