Non sono mai riuscito a capire se io sono quello che si nasconde dietro alle parole oppure sono quello che dell’ironia si fa scudo, o forse quello che tiene le distanze, di nascosto. Indietro con il passo degli eventi, le emozioni a scoppio ritardato, alle volte. L’anima dura come magma spento, le lacrime facili come un cielo di stelle in estate. Le malinconie sempre a portata di mano, come le caramelle dentro la borsa, i sorrisi dentro le mani infilate nelle tasche. Il passo svelto delle zebre che un po’ attirano il sole e un po’ lo respingono. L’urlo del cuore nel petto, battiti sempre un po’ accelerati, per via dell’amore. La ricerca infinita dei pirati, la “x” rossa segnata sulla mappa, la felicità sull’isola sotto i piedi. I falò accesi di rabbia, il ticchettio nervoso delle dita sul mappamondo che gira come palla da basket sulle punte. La buonanotte al telefono, i pensieri tirati fuori con l’inchiostro, la chitarra suonata senza conoscere le note, la vita vissuta senza sapere il perché, la guerra in miniatura vinta sempre dagli indiani, la voglia di dipingere senza avere l’arte e le proporzioni dalla mia parte. La tovaglia mantello che usavo per volare da piccolo, le canzoni ricalcate in sottofondo, i capelli lunghi come le chiome degli alberi, i capelli corti come gli alberi in autunno. L’armatura di cristallo su misura, la nostalgia di casa, la libertà di essere vicini e lontani allo stesso tempo. Non sono mai riuscito a capire se io sono quello che si nasconde tra queste parole. Bisognerebbe scoprirlo, un giorno. Sarebbe bello conoscersi. O forse no. Nel frattempo cerco di vivere come posso, al meglio come voglio.
L'unica cosa importante, quando ce ne andremo, saranno le tracce d'amore che avremo lasciato...
mercoledì 23 luglio 2014
Cosa vuoi che sia?
Non sono mai riuscito a capire se io sono quello che si nasconde dietro alle parole oppure sono quello che dell’ironia si fa scudo, o forse quello che tiene le distanze, di nascosto. Indietro con il passo degli eventi, le emozioni a scoppio ritardato, alle volte. L’anima dura come magma spento, le lacrime facili come un cielo di stelle in estate. Le malinconie sempre a portata di mano, come le caramelle dentro la borsa, i sorrisi dentro le mani infilate nelle tasche. Il passo svelto delle zebre che un po’ attirano il sole e un po’ lo respingono. L’urlo del cuore nel petto, battiti sempre un po’ accelerati, per via dell’amore. La ricerca infinita dei pirati, la “x” rossa segnata sulla mappa, la felicità sull’isola sotto i piedi. I falò accesi di rabbia, il ticchettio nervoso delle dita sul mappamondo che gira come palla da basket sulle punte. La buonanotte al telefono, i pensieri tirati fuori con l’inchiostro, la chitarra suonata senza conoscere le note, la vita vissuta senza sapere il perché, la guerra in miniatura vinta sempre dagli indiani, la voglia di dipingere senza avere l’arte e le proporzioni dalla mia parte. La tovaglia mantello che usavo per volare da piccolo, le canzoni ricalcate in sottofondo, i capelli lunghi come le chiome degli alberi, i capelli corti come gli alberi in autunno. L’armatura di cristallo su misura, la nostalgia di casa, la libertà di essere vicini e lontani allo stesso tempo. Non sono mai riuscito a capire se io sono quello che si nasconde tra queste parole. Bisognerebbe scoprirlo, un giorno. Sarebbe bello conoscersi. O forse no. Nel frattempo cerco di vivere come posso, al meglio come voglio.
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