Perciò mi fido dell’anima, dell’unico cuore morale che mi è rimasto, badando in primis a non credere più nell’amore che mi ha distrutta, né alle considerazioni esterne di come è tenuta la casa o la persona, perché vana è la considerazione degli altri che si basa sulla formalità.
Tu non sai: ci sono betulle che di notte levano le loro radici, e tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni. Pensa che in un albero c’è un violino d’amore. Pensa che un albero canta e ride. Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita. Te l’ho già detto: i poeti non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire.
L’anima è di per sé vagabonda in cerca di una sua soluzione... se ne andrà un giorno, se ne andrà lontano, perché conosce terre infinite e spazi che non hanno riscontro nella mente umana, se ne andrà senza rimpianti lasciando solo un corpo che l’ha tenuta con sé per tanto tempo in un impeto di felicità e di amore, ma che non l’ha capita, e l’ha talmente tradita che ha cercato perfino di afferrarla e di darle una spiegazione. Ma l’anima non ha una spiegazione, bisogna prenderla per quella che è: un volo d’angeli che ci passa accanto e ci dà solo un po’ di frescura.
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