venerdì 5 ottobre 2012

Dissi "non ne parlerò più".... ma il silenzio è molto peggio, adesso....

Capito in un discorso già iniziato. E perfettamente immobile sto ad ascoltare.
Sento cosa ti è successo. Non provo niente, o meglio, niente di positivo. Fosse stato pronunciato un qualunque altro nome, anche di persone con cui ho litigato, con la quale magari è finito anche un rapporto importante in modi spiacevoli... avrei avuto una reazione. Ma così non posso pensare neppure ad un po' di dispiacere, nè un po' di pietà. E questo mi spaventa, perchè io non sono così. Questo lo so per certo.
E anche se non saprò mai se questo comportamento sia quello più normale, Dio, mi devi una spiegazione: come si fa a perdonare? Più ci penso e più mi domando come sia possibile il perdono per tutti: mi guardo alle spalle, vedo la mia storia di ieri, e come me quella di milioni di altre persone, e mi chiedo se a non perdonare si fa peccato. Perchè per me, in questo contesto, è impensabile farlo, e, sinceramente, non mi spiego come secondo le tue leggi sia possibile assolvere ugualmente gli uomini che un'anima ce l'hanno e quelli che non sanno neppure cosa sia, un'anima.
Siamo tutti figli di Dio... perdonami per quello che sto per dire, ma io non penso di essere figlia dello stesso Padre di quell'uomo. Perchè il tuo viso è quello di un "uomo" buono, lo stesso che porto in un ricordo e custodisco gelosamente, nei miei giorni e nelle mie notti. E qui, in tutta questa storia, non c'è nulla di buono.....

Se dovessi scegliere un colore per questa sera,
senza dubbio, sarebbe il nero di quelle parole
che fecero sanguinare il mio orecchio e mai ammisi ad alta voce,
ma che mai potrò dimenticare...

E anche se la tristezza assale il mio cuore,
punto forte i piedi per terra,
e non scivolo più.

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