domenica 31 agosto 2014

Non c'è bisogno di parole

“Quest’uomo ha 80 anni e insiste ogni mattina a portare la colazione a sua moglie. Quando gli hanno chiesto : “Perché sua moglie è in un ricovero per anziani?”, lui ha risposto: “Perché ha la malattia di Alzheimer.”
Allora gli hanno chiesto, “Sua moglie si preoccuperebbe se un giorno non venisse a portarle la colazione?” e lui ha risposto: “Lei non ricorda… Non sa neanche chi sono io, sono cinque anni che non mi riconosce più.”
Sorpresi, gli hanno detto: “Che cosa meravigliosa! Ma sta ancora portando la colazione a sua moglie ogni mattina, anche se lei nemmeno la riconosce?”
L’uomo ha sorriso, l’ha guardata negli occhi e le ha stretto la mano.






Poi ha detto: “Lei non sa chi sono io, ma io so chi è lei.”

Ritorni e ricordi


Porte aperte, chiuse le finestre.
Tengo stretti i ricordi, i periodi del "ne vale la pena".
Io non lo so come si va a finire, non ne ho idea.
So che alcuni decidono d'andare, che poi dove vanno non si sa. So che non tornano, alcuni. Poi pensi che sia facile anche comprendere il dolore.
I vicoli, le stazioni, case abbandonate, un vuoto che ti porti appresso.
Appesa al filo, ti hanno salvata. Mi hanno salvata. Ho tagliato il filo che mi teneva appesa, che se non mi muovevo mi ritrovavo a terra, invece ho volato.
Che poi ora non conta troppo.
Ora non conto che quelli andati, che tanto tornano, dice qualcuno.
E se non ci credo, pazienza.
Non ho mai potuto credere davvero nei ritorni, forse perché se poi non arrivavano faceva troppo male, ma ho sempre avuto pazienza nell'aspettare.








Che poi vuoi una realtà tremendamente simile al tuo sogno...


Quante volte guardiamo in faccia alla realtà sperando di trovarci un sogno.

mercoledì 27 agosto 2014


Amo le persone, quando sorridono e quando chiedono scusa. Amo le persone che si chiedono cosa fare alle cinque di mattina, davanti ad un bar, da soli. Le persone che piangono per i film d'amore e quelle che scrivono per non piangere. Amo le persone che vagano nei mercatini dell'usato con in mente il pensiero di cercare libri antichi. Le persone che litigano in macchina, alzando i finestrini per non farsi vedere. Amo anche quelle persone che sperano nella buona stella.Le persone che ti regalano buone parole, quando vorresti affogare.
Amo quelle persone che vorrebbero morire, ma rimangono per veder crescere i propri figli. Il calore di una famiglia vicino a un camino. Ed amo le storie d'amore tra gente che non si capirà mai.
Amo i silenzi delle persone che chiudono in sè stesse i propri dolori.
Amo quella persona che sono io e che guarda all'Infinito con un po' di voglia in piu'.




venerdì 22 agosto 2014

Sana dolcezza

Quando ero piccola, abitavo al quarto piano di un palazzo enorme.
Ero piuttosto pigra e solitaria. La mamma mi mandava giù in cortile a giocare con le amichette. Al primo piano del palazzo abitava una signora con i capelli biondi che poggiava sempre un grande tappeto sulle ringhiere del balcone per fargli prendere aria. Andava avanti e indietro con un battipanni marrone in mano e un grembiulino bianco allacciato in vita. Spesso il tappeto scivolava giù, a terra. Una volta glielo raccolsi io. Glielo portai su. Le dissi: "Era caduto". La signora sorrise, andò un attimo via. Tornò con un lecca lecca meraviglioso. Tipo quelli venduti negli autogrill o alle bancarelle, durante le feste Colorato,grande. Mi piaceva la sequenza tappeto-buona azione-sorriso signora-lecca lecca.
Da quel giorno aspettai che quei tappeti cadessero. Sempre.
Confidavo nelle giornate di vento. Di quello che spostava tutto.
Altri bambini cominciarono a capire il meccanismo e a fare la stessa cosa. E partirono delle gare assurde per portare su il tappeto alla signora. Allora mi misi da parte.
Quel lecca lecca non mi sembrò più tanto speciale.
Così faccio anche adesso. Con le coccole.
Non mi piacciono le coccole per tutti. Mi piacciono le coccole costruite apposta sul mio cuore. Quelle le trovo davvero speciali. Quelle me le cerco e me le vado a prendere. Senza aspettare scuse. Senza aspettare il vento buono.




martedì 19 agosto 2014

Cammineremo sicuri di noi

Cammineremo.
Cammineremo soltanto.
Sarà piacevole camminare insieme.
Senza pensare di arrivare da qualche parte.
Cammina in pace. Cammina nella gioia.
Il nostro è un cammino di pace.
Poi impariamo
che non c’è un cammino di pace;
camminare è la pace;
non c’è un cammino di gioia;
camminare è la gioia.
Noi camminiamo per noi stessi.
Noi camminiamo per ognuno
sempre mano nella mano.
Cammina e tocca la pace di ogni istante.
Cammina e tocca la gioia di ogni istante.
Ogni passo è una fresca brezza.
Ogni passo fa sbocciare un fiore sotto i nostri piedi.
Bacia la terra con i tuoi piedi.
Imprimi sulla terra il tuo amore e la tua gioia.
La terra sarà al sicuro
se c’è sicurezza in noi.



sabato 16 agosto 2014

Certi momenti, certi giorni, certi sogni...

A volte non si tratta che di sopportare il dolore a denti stretti e sforzarsi, giorno dopo giorno, di costruire un lento cammino verso una vita migliore. Questo è il tipo di coraggio di cui ho bisogno adesso.



venerdì 15 agosto 2014

Ho bisogno di te


Ogni volta che una donna ti dice la frase " ho bisogno di te", non serve a niente riempirla di parole.
Tu abbracciala. Qualunque cosa, qualsiasi sia il motivo, tienitela stretta.
Quelle come me, se chiedono aiuto, se ti dicono che hanno bisogno di te, hanno avuto il coraggio della paura, hanno avuto troppo coraggio.
Tu tienila stretta e basta.



lunedì 4 agosto 2014

... libero di vagare dentro il mio cuore

Porto dentro il mio cuore,
come un cofanetto pieno che non si può chiudere,
tutti i luoghi dove sono stato,
tutti i porti a cui sono arrivato,
tutti i paesaggi che ho visto da finestre o da oblò,
o dai ponti di poppa delle navi, sognando,
e tutto questo, che è tanto, è poco per quello che voglio.
Fernando Pessoa


Porto dentro il mio cuore,
come un cofanetto pieno che non si può chiudere, tutti i luoghi dove sono stato, tutti i porti a cui sono arrivato, tutti i paesaggi
che ho visto da finestre o da oblò,
o dai ponti di poppa delle navi, sognando, e tutto questo, che è tanto, è poco per quello che voglio.






Un cuore ingombrante


A volte, sì, a volte, solo se hai una valigia in mano ti chiedono dove vai.
Solo se non trovano più tua la valigia si accorgono che te ne sei già andata.
Ma io non ce l'ho, una valigia.
E quando parto nessuno può dirmi "resta".
E quando ritorno nessuno può dirmi "basta".
Viaggio. Senza meta. Destinazione "me".
Mi infilo dentro parole, occhi, silenzi, sbagli e caffè.
Ma lì dove invece vorrei essere invisibile, il controllore mi ferma e mi multa sempre.
Dice che mi porto dietro un cuore troppo ingombrante.
E alla gente può dar fastidio.
Sì. Un cuore ingombrante può dar fastidio.
Mi rendo conto.