giovedì 26 aprile 2012

Un titolo qualunque

C’era una volta un uomo qualunque. Un giorno qualunque gli venne donato, da un genio della lampada qualunque, il potere di far cambiare opinione alle altre persone, ma solo una volta per ciascuno.
L’uomo pensò a quanti risultati avrebbe potuto ottenere.
Avrebbe fatto cambiare idea a sua moglie, una donna qualunque, riguardo al sesso. Sarebbe stato sicuramente come tornare giovane.
Avrebbe cambiato la pessima opinione che la suocera aveva sempre avuto di lui. Avrebbe cambiato il parere che i suoi figli avevano di lui: lo avrebbero finalmente stimato.
Avrebbe fatto cambiare idea ai vigili che lo avessero multato. Meglio: avrebbe fatto cambiare idea ai cassieri di banca e ai gioiellieri che gli avessero negato un regalino. Meglio ancora: avrebbe fatto cambiare idea ai politici che non avessero voluto sostenerlo, e poi avrebbe girato di piazza in piazza a cambiare l’opinione degli elettori. Avrebbe fatto cambiare idea ai magistrati che avessero indagato su di lui. Di più: ai giudici che lo avessero condannato. Avrebbe cambiato l’opinione dei leader del pianeta riguardo alla democrazia e all’equilibrio mondiale: avrebbero accettato di buon grado la sua dittatura. Sarebbe piaciuto a tutti. Per la prima volta si sarebbe sentito veramente amato da qualcuno.
L’uomo, in preda all’euforia, guardò lo specchio appeso al muro di una casa qualunque, in un quartiere qualunque di una città qualunque.
E capì.
Cambiò l’opinione che aveva di se stesso, e non fece nulla di tutto il resto.


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