giovedì 14 giugno 2012

A te, che inciampi nei miei pensieri di notte, scrivo.

Volevo dirti che va bene così, va bene com'è... che accetterò ciò che deciderai di darmi e ciò che vorrai negarmi, non ti chiederò. Che, se proprio ne avrò bisogno, fantasticherò con la mente e sognerò con il cuore, ma comunque accetterò, ti accetterò. Aspetterò la nuova luna, pregherò nel buio, mentre l'alba ci raggiugerà. E di giorno tesserò un'infinita tela di ricordi, ai quali aggancerò gli attimi presenti, per poi, ogni notte, silenziosamente, disfare il tutto e ripartire. Ripartire l'indomani, con un nuovo giorno, che sarà frutto del passato e del futuro, già diventato presente.

Volevo dirti che va bene così, e rassicurarti... che è difficile ammettere anche a se stessi che la notte, a volte, sa far paura, e che il giorno non si salva, quando sembra averti preso di mira... che il destino porta un nome, un nome tanto temibile quanto conosciuto ad ogni uomo sulla terra: scelta di responsabilità.
E' tutta una questione di responsabilità nelle scelte che facciamo: sia che indoviniamo la meglio, sia che sbagliamo. E' la responsabilità delle conseguenze, dei nuovi incontri che si aprono e di alcuni vecchi che si chiudono. E' la responsabilità di come decidiamo di formarci, di come, a volte, decidiamo di cambiarci, di pensarci e di amarci.

Volevo dirti... ma è notte, oramai... ed è ora di ricongiungere le stelle tra di loro in una morbida coperta di speranze... e vorrei soltanto che queste non ti lasciassero proprio mai...

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