A bocca chiusa... o no?

Stasera parlavo con una mia amica qualche anno più grande di me, e mi raccontava di una sua recente esperienza lavorativa. Lei convive con il suo uomo ed entrambi sono felicemente genitori. Fino a qualche mese fa lavoravano tutte e due, lui full-time mentre lei part-time. Non hanno mai navigato nell'oro, ma hanno sempre cercato di andare avanti tagliando dove si poteva, senza far mancare mai nulla alla loro creatura. Poi, come si sa, i tempi son quelli che sono, ed i giorni tristi non tardano mai troppo ad arrivare. Un bel momento l'azienda dove lei lavorava decide che è tempo di risparmiare e così propone ai suoi lavoratori una "soluzione alternativa": far risultare i pagamenti delle ferie sulle loro buste paga, senza che quei soldi, effettivamente, raggiungessero mai le loro tasche. In quell'occasione, la mia amica ha fatto l'"errore" (bisogna vedere se poi è davvero un errore!) di dire quello che pensava.

Caso strano, un mese dove scadeva il suo contratto... e sapete cos'è successo? L'hanno licenziata dicendo che lei non aveva le competenze necessarie per svolgere le sue mansioni, quando, nel momento in cui l'avevano assunta, avevano esplicitamente sottolineato che le sarebbe stato attribuito un ruolo importante perchè lei era in gamba ed era una tra le persone più qualificate per quel tipo di lavoro.

MORALE DELLA FAVOLA: sembra che basti dire quel che si pensa per passare da una faccia all'altra della moneta. Ma è poi giusto continuare a tacere???

 

“Ho solo questa lingua in bocca e forse
un mezzo sogno in tasca
e molti, molti errori brutti,
io però li pago tutti”

(Daniele Silvestri - A bocca chiusa)