giovedì 5 giugno 2014

A volte, benedetto sia il beneficio del dubbio

Ho diviso la mia vita tra i numeri e le lettere. Entrambi mi accompagnano in ogni giorno della mia vita. Ho scelto i primi per più "onestà", se così si può definire: quando scrivi un numero, quello resta il suo significato, la sua potenza, la sua pesantezza, la sua lunghezza, il suo fascino. Un numero non può significare altro. Può solo piacerti o meno, tutto qua. E certe volte penso che sarebbe bello poter scrivere la realtà solo in funzione di questi piccoli numerelli, che se ci pensate bene poi sono soltanto 10, eppure possono descrivere cose molto più grandi di loro...


Poi però mi fermo, in genere verso sera, quando sento qualcosa dentro che comincia a chiamarmi e a dirmi "e la fantasia, i sogni, le emozioni, i ricordi, i momenti... quell'abbraccio, quel bacio, quella carezza, quel consiglio... e quelli come li descrivi? Inizi a fare un elenco e poi metti loro un voto?".


No. Assolutamente no. Per descrivere tutto questo ho proprio bisogno delle parole, e a volte non bastano neppure quelle, ma si sa che pure il silenzio ha "le sue parole". Che poi possono farti bene o farti male, questo è esperienza comune, ma le parole sono fantastiche proprio perché piene di sfumature: una stessa parola, in dieci contesti diversi, può indicare dieci cose diverse. E poi volete togliere tutto il fascino di "cercare di capirsi"? Se ogni singola composizione di lettere volesse pretendere di avere soltanto un significato, sarebbe tutto così piatto. Io dico una cosa e può essere solo quella. Certo, a volte siamo noi stessi ad avere bisogno di più chiarezza, e la schiettezza può non sembrare un difetto. Però tutta la sostanza sta nell'essere un po' diversi, e cosa c'è da comprendere se per tutti universalmente ci fosse un significato univoco?


Io non avrei più voglia e curiosità di conoscere gente nuova, non avrei più aspettative nei confronti di nuovi sussurri dal sapore differente, vedrei tutto così tremendamente reale, che la mia fantasia non riuscirebbe più a volare... Si perderebbero tutti quegli approcci da "imbranati" ma naturali, tutti quei gesti un po' goffi che però fanno tanta tenerezza... e non ci sarebbero più tutti quei "ci provo con parole mie", perché sarebbero parole di tutti...




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