sabato 1 giugno 2013

E non ditelo a me, madre di queste parole....

Per certi versi, con gli estranei ci si sente "più liberi". Liberi di fare e dire ciò che si vuole, proprio perchè non ci conoscono. Certo, magari all'inizio si cerca sempre di mostrarsi al meglio, ben vestita, ben truccata, con pensieri indiscutibili sulla bocca e nella mente tanto spazio alla possibilità. E' tutto un "bene", è tutto "buono". Quando poi ci si scava un pochino più a fondo, ci si ripete sempre "se gli piaccio, mi accetterà per come sono, altrimenti AMEN!". E ci si comincia a scoprire, nel senso letterale e profondo della parole: ci si comincia a togliere il primo strato di epidermide da dosso, che tanto, si sa, ce ne sono ancora altri mille, ma che dico, milioni, prima di arrivare veramente dentro. Ma, come dicevo, nel mentre che ci si conosce ci si sente anche liberi ed in diritto di mandare a fanculo senza pensarci troppe volte, di chiudere la porta così come l'abbiamo aperta, di metterci un cerotto sopra, che una pezza è troppo per così poco.
Con chi conosciamo, invece, è ben diverso. Se ci si conosce, si sa qualcosa di davvero importante dell'altro, si è legati, in qualche modo, da un rapporto profondo, che sia di sangue o per scelta, si ha sempre un po' paura di ferire, perchè questo stadio iniziale si è già superato, quasi a dire che si son superate delle prove che altri non sono riusciti a portare a termine, ed è così che, piano piano le persone diventano importanti. E si va avanti di certezze che, in realtà, non abbiamo, ma del quale è necessario convincersi, della fiducia che speriamo sempre non lasci mai il nostro cuore. Ed è proprio per questo che, quando a ferire sono le persone che amiamo, tutto fa dannatamente male. Che un gesto involontario lo sappiamo anche perdonare, mentre un gesto voluto e programmato, difficilmente riusciamo ad accantonare.
Il sesto senso è sempre attivo, e continuamente ci manda dei segnali, solo che è spesso più facile ascoltarlo quando non ci coinvolge troppo, come con gli sconosciuti: lì sì che ci accorgiamo quasi immediatamente quando qualcuno ci sta colpendo alle spalle; mentre con i nostri cari, scatta un meccanismo di "silenziatore" per il cervello, ci continuiamo a ripetere in cuor nostro, tanto per convincerci, che non potranno mai farci del male, anche quando ci accorgiamo che stanno ridendo beffardamente della nostra persona, mentre affilano con cura la lama del coltello che ben presto porterà con sè ricordi di noi...

Siamo sempre un po' troppo innocenti, anche se la vita ci rende duri: le persone buone non lo sono mai abbanstanza, non sono mai pronte a sufficienza a vedere dei sogni che si infrangono...

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