lunedì 12 novembre 2012

Impara a stare da sola


Se mi chiedessero di descrivere una delle cose che amo di più, probabilmente parlerei della sera. Parlerei del silenzio che viene dopo l'ora di cena, della calma e della tranquillità con cui mi spesso mi siedo davanti alla stufa e sfoglio un libro. Parlerei delle ore che d'estate passo a osservare il sole tramontare, o di quando in inverno mi avvolgo in una coperta e conto le stelle dal caldo della mia stanza.
Parlerei di come la sera mi ha salvato la vita. Delle passeggiate che in estate faccio da sola e in compagnia. Quando verso le dieci esco di casa e cammino sotto un cielo che non è ancora notturno ma ha perso il calore del giorno. Parlerei di come ascolto i grilli che cantano, di come a volte mi siedo su un muretto e chiudo gli occhi. Parlerei di come amo l'azzurro che avvolge tutto: quando ancora non è notte e tutto si sta spegnendo piano, e io lo adoro. Adoro ascoltare la tranquillità della notte.
Ma soprattutto parlerei di quelle notti in cui mi sono sdraiata in un prato e ho pianto in silenzio, senza preoccuparmi di essere vista da qualcuno. Perché era così buio che era come non avere nessuno che mi disturbasse. E ricordo di aver fissato a lungo le stelle, quasi come per chiedere aiuto a qualcuno, e di aver cercato la stella più luminosa. Ricordo di essermi sentita aiutata dalla notte, dal blu che sembrava raccogliere piano piano le mie lacrime, una alla volta, come se fossero preziose.
Racconterei di come poi non sarei più voluta ritornare a casa, e di come dopo essere accuratamente asciugata il volto, mi sono alzato. E mi sono accorta che tutti i giorni, quando sarebbe arrivata la sera, non sarei mai più stata sola.
 
 

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